Louise Brooks e il vaso di Pandora

di e con Anna Giarrocco e Andrea Benfante

con Anna Giarrocco e Andrea Benfante
regia di Andrea Benfante
elementi scenografici e costumi di Bartolomeo Benfante
sound design di Andrea Benfante

Lo spettacolo rappresenta il percorso di una delle più controverse icone
femminili del cinema americano e racconta la storia della sua tentata
emancipazione come donna indipendente: da attrice ad emarginata fino alla consacrazione di icona pop del fumetto. Una donna colta e coraggiosa che tuttavia è stata schiacciata dal suo stesso voler essere libera e ribelle, da pregiudizi e stereotipi. Sono gli anni quaranta: Louise Brooks vive in una stanza ammobiliata facendo la squillo per sopravvivere. Dal proprio passato
verrà a trovarla Schigolch, personaggio equivoco ed enigmatico che, per
aiutarla a rinfrancarsi le porterà un vaso di Pandora contenente la Speranza
salvifica che Louise otterrà solo ripercorrendo tutti i suoi eccessi. Comincia così
il viaggio a ritroso della donna: dagli abusi sessuali subiti da bambina, al suo
sogno di diventare ballerina, dai film hollywoodiani a quelli europei con Pabst,
dall’alcolismo e l’emarginazione alla riscoperta negli anni settanta.
Louise Brooks, icona del cinema anni Venti, attrice del muto talentuosa ed
anticonformista, che con la sua bellezza e il suo fascino ha incantato il mondo.
Il suo taglio di capelli “alla maschietta” ha fatto storia e ha influenzato la moda
e lo stile delle donne dell’epoca quale simbolo di emancipazione, di
indipendenza e di libertà sessuale. Ma non solo: Louise Brooks, ha conquistato
l’Europa e i grandi registi espressionisti che la innalzarono a loro musa, un
nome su tutti: Georg Wilhelm Pabst. Tutto questo successo però con l’avvento
del sonoro, si dissolve improvvisamente con la stessa rapidità con cui è
sopraggiunto. E Luise Brooks comincia pian pian a sparire dalle pellicole, senza
un perché, fino a far perdere il suo ricordo nell’oblio, quale emblema perfetto della natura stessa del successo: l’essere effimero, capriccioso e mutevole.
Tuttavia Luise avrà la possibilità di rinascere una seconda volta nei primi anni
’60 grazie al talento di quel famoso fumettista che creò la celeberrima Valentina proprio a immagine e somiglianza dell’attrice, restituendole quindi l’immortalità e la pace. Questo lavoro vuole essere un omaggio ad un’attrice ingiustamente dimenticata, ma soprattutto ad una donna intellettualmente vivacissima, pericolosamente pura e sincera nel suo sentire ed estremamente lucida nelle sue considerazioni